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Brani dal libro “Botulin Free”

DALLA PREFAZIONE

Botulin FreeMi sono chiesto quale forza mi stesse trascinando a scrivere un libro così scomodo, capace di attirarmi antipatie tanto nella comunità medica quanto in quella farmaceutica.

Ho trovato molte motivazioni di natura etica e professionale, ma quella più pressante è stata il disagio che negli ultimi anni vivo nel mio ruolo di medico: non riesco più a rassegnarmi al silenzio, per certi versi molto eloquente, che per quieto vivere o interessi economici ammanta l’esercizio della scienza medica e l’uso di terapie per scopi che non sono solo la salvaguardia della salute.

Vorrei che al lettore fosse ben chiaro che non sono un nemico delle grandi aziende farmaceutiche, anzi, Dio le benedica e le illumini sempre nel loro impegno nella ricerca, nello studio e nella produzione di farmaci utilissimi. Che, tra l’altro, permettono al medico di svolgere la propria missione, guarire e alleviare le sofferenze della malattia, aiutando ogni persona a vivere bene e con serenità ogni giorno della vita.

La mia battaglia non è neppure contro il botulino, inteso come farmaco, e come tale molto utile per combattere importanti patologie che la stampa scientifica e divulgativa ha fatto conoscere, contribuendo al contempo a sensibilizzare l’opinione pubblica sul prezioso valore della salute.

La mia rabbia, invece, è focalizzata su un marketing cinico e pericoloso, che trasmette messaggi falsi e informazioni fuorvianti. Sono strategie studiate a tavolino da agenzie di comunicazione prive di scrupoli che coinvolgono medici e giornalisti. Il fine? Promuovere l’uso e le vendite di una tossina con un discutibile effetto estetico, nascondendo o minimizzando i potenziali effetti collaterali.

Ciò determina un effetto tanto paradossale quanto subdolo perché, a causa di un atteggiamento compiacente di alcuni medici, la colpa delle conseguenze negative è scaricata sull’intera categoria. «Il botulino è innocuo», è il messaggio, quindi, se succede qualcosa di avverso, è solo colpa del medico, inesperto e incapace!

La scienza, senza coscienza, è rovinosa.

DAL CAPITOLO 1
[…] quanto può contare nella scelta di una terapia sapere che questa potrebbe fargli guadagnare centinaia di euro in pochi minuti?

Per dimostrare la sicurezza di questo trattamento estetico si fa riferimento al fatto che sono pochi i casi noti di reazioni avverse. E di quei casi s’incolpa non la sostanza, ma chi l’ha somministrata, creando un circuito vizioso. Da una parte, infatti, ci sono medici compiacenti che accettano di scrivere articoli e tenere conferenze senza un’idonea verifica dei dati, spesso basandosi su quelli che passa l’industria. Dall’altra c’è un meccanismo di propaganda martellante, per cui i medici non riescono più a discernere vantaggi e limiti di un determinato farmaco. […]

Se ne deduce che, di fronte a un evento avverso, la colpa sarebbe solo del medico, perché ritenuto poco esperto. […] In questa campagna che mira a scaricare le responsabilità del botulino è facile immaginare che un medico, di fronte a un problema, potrebbe tendere a minimizzare i sintomi e a non segnalarli per paura di essere tacciato come incapace. Risultato: il numero di effetti avversi noti, lievi e reversibili o meno, risulterebbe molto inferiore rispetto a quello reale.

In verità, però, la responsabilità non può essere solo del medico. È infatti assurdo affermare che una neurotossina non dia alcun effetto collaterale e sostenere che in caso contrario la colpa sia solo di chi la inietta. Tutti i farmaci possono avere effetti nocivi e ogni buon medico dovrebbe ben conoscere questa verità e non nasconderla ai pazienti.

Invece, in questo caso, è il marketing o chi si occupa di comunicazione a imporre una falsa verità, convincente e rassicurante: ma lesiva.
[…] Tra l’altro, qualora un paziente avesse dei problemi in seguito a un uso off-label (di cui il medico si assume dunque la totale responsabilità), nessuna assicurazione ne risponderebbe e la casa farmaceutica sarebbe completamente scagionata.

[…] La medesima agenzia ha, negli anni, organizzato varie conferenze e comunicati stampa per ribadire che la sicurezza della tossina è massima ed è il medico «inesperto» a causare eventuali effetti collaterali. Ebbene, alcuni dei firmatari […] hanno avuto rapporti di consulenza con l’azienda produttrice. Ma non basta, sono anche presidenti di società mediche i cui congressi e corsi di aggiornamento sono ampiamente sponsorizzati da quella stessa azienda. Naturalmente in tutti questi congressi il botulino viene promosso a pieni voti come trattamento eccellente e sicuro.

[…] Ebbene, pensate a una paziente di 40 anni che per un qualsiasi problema insorto dopo il ricorso al botulino denunci chi glielo ha somministrato. Ovvio che costui sarà l’unico colpevole.

[…] Cosa dire, poi, dei numerosi studi scientifici accampati da tutti i sostenitori della tossina? Indagando, si scopre che la maggior parte sono stati condotti dai medici utilizzatori del botulino che ne fanno già largo uso con i propri pazienti.

Ciliegina sulla torta, un certo numero di questi articoli sono stati commissionati proprio dalle aziende produttrici. Facile immaginare i risultati!

Indubbiamente, ci sono forti interessi in questa faccenda, ed è difficile credere trasparente il giudizio. Vale però la pena di chiedersi: si deve accettare che l’interesse privato produca un’informazione inquinata o mendace? Ci si può rassegnare di fronte alle zone d’ombra del mondo della salute, spesso dove un farmaco viene considerato un bene di consumo anziché uno strumento di benessere?
A voi la risposta.

DAL CAPITOLO 5
L’11 maggio 2010 da un tribunale dell’Oklahoma (USA), arriva il verdetto: i giurati condannano l’azienda XXX per negligenza, ossia per non aver rivelato tutti i rischi connessi all’uso estetico del “botulino”, e ordinano un risarcimento faraonico: 15 milioni di dollari.

Decisivi nella sentenza, alcuni documenti in cui l’azienda XXX suggeriva ai medici di parlare del botulino come di una proteina purificata: “Non dite che è un veleno!”

Altre prove dimostrano come alcuni “istruttori” della tossina antirughe incoraggiano l’utilizzo di dosaggi più che doppi rispetto a quelli (20U) autorizzati dall’FDA e siti di iniezione diversi dall’unico ammesso…

Tratti dal libro Botulin Free del Prof. Antonino Di Pietro (Ed. Sperling & Kupfer)